22.03.2013 17:18

Mamme e papà litigano e i figli sofforno - Corriere delle Alpi

 

L’Usl 2 istruisce gli operatori del dipartimento materno e infantile per cogliere i segni nascosti della violenza in famiglia

di Laura Milano

FELTRE. Non hanno necessariamente un occhio nero o le ecchimosi sulle braccia, ma recano le stigmate di maltrattamenti non meno impattanti di quelli fisici o dello strazio, troppo grande, troppo pesante, di essere al centro di una guerra fredda (o calda) fra i genitori. C'è un sommerso di bambini maltrattati, ma anche vittime di violenza e abuso sessuale, che deve venire alla luce il più precocemente possibile per attuare la prevenzione, magari a partire dalla gestione della conflittualità di coppia. Così da Manuela Tonet, responsabile del consultorio familiare tutela minori, è venuta la proposta di organizzare un corso di formazione dal titolo “Violenza e abuso: fattori di rischio e fattori di protezione”, rivolto al personale del dipartimento materno-infantile dell'Usl 2 di Feltre e ai pediatri di libera scelta, per un totale di trentatrè partecipanti.

La proposta ha trovato subito il parere favorevole del direttore al sociale Alessandro Pigatto che ha una lunga esperienza di psicologo al servizio igiene mentale per l'età evolutiva nel bassanese ed è stato direttore scientifico dell'osservatorio regionale per l'infanzia e l'adolescenza fino al 2008. Si parte da un presupposto: se è vero che i casi annui di maltrattamento o abuso su minori documentati si contano sulle dita di una mano, di bambini che soffrono per condizioni familiari insostenibili ce ne sono. Bisogna saperli individuare con gli strumenti idonei, quelli di un lavoro interdisciplinare perseguito, oltre che con l'esperienza, anche con la formazione e l'aggiornamento.

Crede profondamente alla competenza e alla capacità di lavorare in gruppo dei “suoi” operatori, il direttore sociale Pigatto che in un'ottica di valutazione multidisciplinare e a tutto campo non sottovaluta il fenomeno di maltrattamento sulle donne, spesso preludio ad un coinvolgimento del figlio. Le figure interessate al corso di formazione, dice Pigatto, attraverso un percorso di presa in carico multiprofessionale sono in grado di attivare risposte e interventi a tutela di donne e minori vittime di violenza e/o abuso.

«Questo percorso formativo intende fornire contenuti e momenti di riflessione che vanno dalla conoscenza delle manifestazioni della violenza contro donne e bambini, alla valutazione medica e psicologica del bambino vittima di abuso sessuale e delle donne maltrattate, al ruolo dei centri antiviolenza», spiega il direttore, «per arrivare al contesto normativo e procedurale in cui si colloca la valutazione».

L'intero percorso formativo e la valutazione delle esperienze condotte, ribadisce il direttore, dovranno portare infine a un lavoro di équipe, dalla segnalazione alla dimissione. «Si indagheranno quindi non solo gli interventi per trattare lo stato di disagio ma anche quelli di prevenzione e quelli per sostenere i fattori protettivi a livello individuale, familiare e del contesto di appartenenza, appunto per contrastare le traiettorie di disadattamento».

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